lunedì 8 novembre 2010

IL MIO PRIMO VIDEO

Eccovi un primo video su "Bip", spero farne seguire un altro in cui illustrerò personalmente il romanzo e le sue motivazioni.

venerdì 30 aprile 2010

NON E' VERO CHE LA TERRA STA MORENDO

Commentando con una mia amica, laureata in Scienze della Terra e giornalista nel campo scientifico, il gravissimo disastro ecologico dovuto all’esplosione del pozzo di petrolio sottomarino che interesserà per prime le aree costiere della Louisiana, del Texas, dell'Alabama, del Mississippi e della Florida, il discorso non poteva non includere il titolo del mio blog: “Bip… La Terra sta morendo”. La conversazione si è poi spostata sul confronto fra la nostra esistenza e quella del nostro Pianeta, cogliendone l’evidente disparità. L’uomo si è appena affacciato sullo scenario dell’Universo, mentre la Terra gira attorno al Sole da oltre quattro miliardi di anni. In questo enorme lasso di tempo, immani catastrofi di ogni genere hanno dato il via a situazioni ambientali fra le più disparate, molte delle quali pur ospitando la vita, sarebbero state impossibili per la nostra e per quella di quasi tutte le specie oggi viventi. Ciò significa che le variazioni ambientali, per quanto estreme, non rappresentano una qualche minaccia per la Terra, bensì per i suoi abitanti. Possiamo ben constatare, infatti, che il nostro Pianeta è al meglio del suo stato di salute. I continui sfoghi dei suoi vulcani sanno di foruncolosi adolescenziale. I terremoti, la deriva dei continenti e i moti convettivi del suo magma provano che i suoi sistemi, cutaneo e circolatorio, sono tuttora decisamente giovanili. Inoltre, ha già dimostrato di avere una costituzione robustissima: l’ultimo incidente capitatole solo 65 milioni di anni fa (cosa vuoi che siano per lei alcune decine di milioni di anni!) per l’impatto con un asteroide o una cometa, non le ha prodotto che una piccola escoriazione rimarginatasi magnificamente. Anche se buona parte delle specie allora viventi (compresi i dinosauri) scomparve, per quelle riuscite a sopravvivere essa offrì subito nuove possibilità evolutive. Purtroppo, ne approfittò anche un nuovo essere autodefinitosi “intelligente” perché capace di inventare, di astrarre e di interrogarsi su se stesso e su ciò che lo circonda. Ma si sa, nessuno è perfetto e il nuovo arrivato dimostrò subito la sua vera indole cominciando a togliere di mezzo persino i suoi simili, anche se per il semplice fine di appropriarsi delle loro ricchezze. Una volta sperimentato che la legge del più forte dava ottimi risultati, ne fece la sua regola maestra. Tant’è che la sua storia è costellata di guerre e genocidi. Sempre più ingordo e ringalluzzito dai successi raggiunti, ha cominciato a violentare persino la Natura, convinto di avere le capacità per sottometterla. Si arroga il potere e il diritto di inquinare, deforestare e saccheggiare, depauperando ogni risorsa, nella presunzione che saprà trovare le soluzioni agli eventuali problemi che man mano dovessero presentarsi. Non ha mai capito, invece, di comportarsi come un virus che, nell’uccidere chi lo ospita, finisce per eliminare anche se stesso.
A nulla sono valsi i continui appelli degli scienziati; gli evidenti mutamenti climatici; il susseguirsi di disastri; il rischio di estinzione e/o la scomparsa definitiva di intere specie di animali e di piante. La legge del profitto prevale su ogni cosa. Una legge miope perché non riesce a vedere oltre l’oggi, perché non gliene frega di come lasciamo la Terra ai nostri figli. Sono sicuro che se per caso si scoprisse qualcosa di non inquinante e di alternativa al petrolio, i sacerdoti della legge del profitto ce la terrebbero ben nascosta. Gli imperi economici derivanti dall’oro nero sono inimmaginabili e altrettanto inimmaginabili sarebbero le conseguenze di una loro caduta. La legge del profitto impone di raggiungere i massimi benefici economici col minimo dei costi. E fra i costi, i più onerosi, ci sono quelli che riguardano la prevenzione e la sicurezza… Se al minimizzare tali spese (se non addirittura alla loro cancellazione) aggiungiamo l’imprevedibile, l’errore umano e l’ignoranza, ecco che il disastro esplode con tutta la sua cieca veemenza.
I nostri governanti conoscono bene questo stato di cose, ma si voltano da un’altra parte. E’ il potere economico che li manovra e li sostiene, e spesso ne fanno parte direttamente.
Nel frattempo l’energia del Sole lentamente immagazzinata nel sottosuolo durante milioni di anni, sotto forma di idrocarburi, continua a essere liberata (assieme all’anidride carbonica sviluppata dalla loro combustione) nel volgere di tempi proporzionalmente irrisori. Basta qualche rudimento di termodinamica e di fisica atmosferica per rendersi conto di cosa ciò comporti. Ma si sa, la Fisica non è mai stata una materia molto amata dagli studenti, tanto meno dai nostri politici i quali fanno già grande fatica a districarsi fra le materie di loro pertinenza.
Cina, India e prossimi altri paesi emergenti (tra l’altro con popolazioni numerosissime) affacciandosi, com’è giusto e prevedibile, sul mondo economico e produttivo, correranno anch’essi verso il consumismo sfrenato e quindi abbisogneranno di ulteriori immense risorse energetiche, quali che esse siano, e si uniranno al banchetto mondiale. I risultati ve li lascio immaginare.
Come fermare tutto ciò? La risposta a questa domanda contiene la soluzione al più grande problema della storia dell’umanità e non sembra che esistano alternative facilmente praticabili. Nel frattempo potremmo raggiungere, se già non l’abbiamo fatto, il punto di non ritorno (che nessuno sa dove collocare) e ogni sforzo per rimediare potrebbe risultare inutile o inattuabile.
Quindi mi debbo contraddire: la Terra non sta morendo. Ancora ne ha per almeno 5 miliardi di anni, prima di ritornare nel grembo della stella che l‘ha partorita. E’ la NOSTRA Terra che sta morendo, quella che appena l’altro ieri aveva ancora cieli trasparenti e mari puliti, acque cristalline sgorganti da sorgenti immacolate, immense e smaglianti foreste, ricche di tante varietà di animali e di vegetazione. Quella che aveva le quattro stagioni. Per lei è indifferente se gli oceani diverranno color cacca e se i cieli conterranno fetide atmosfere. Né tantomeno le importa se andremo a farci fottere. Lei continuerà ad accogliere e nutrire i nuovi arrivati che ci sostituiranno. Già li vedo accoccolati su una spiaggia mentre, accarezzati da una calda brezza di anidride carbonica, indagano sull’orizzonte di un, per loro meraviglioso, mare di merda.

sabato 17 aprile 2010

Da questo momento in poi non riporterò ulteriori notizie sul degrado del nostro Pianeta. Ritengo che quanto già elencato possa bastare e che voi, visto che seguite questo blog , siate già abbastanza edotti sull’argomento. Scienziati di grande rilievo ormai da lungo tempo espongono a chiare lettere la loro opinione (Vedi p.e. l’appello di Kendall). Ora tocca a noi, ai governanti, agli uomini di buona volontà.


Ho pensato di contribuire improvvisandomi autore e ho scritto ”Bip”, un romanzo che non ha grandi pretese, tanto meno letterarie e che, data la mia condizione di sconosciuto, è destinato a essere escluso dalla grande diffusione. Mi accontento e, se chi lo legge lo farà girare, avrà di già esaudito il mio intendimento. Ovviamente, la casa editrice che l’ha pubblicato (Kimerik) è fra quelle piccole e misconosciute. Come tale ha non poche difficoltà nella distribuzione. Il libro è infatti più facilmente reperibile su Internet che in una libreria. Chi fosse interessato farà meglio, comunque, a ordinarlo direttamente alla casa editrice stessa.

Ma di che tratta? In sintesi, di ciò che potrebbe avvenire nei prossimi cinquant’anni se non cambiamo rotta. Faccio vivere al protagonista le contraddizioni di un’Umanità che, pur avendo la possibilità di vivere il doppio, si scontra con le problematiche insite in tale conquista e sovrapposte a quelle derivanti dal surriscaldamento del Pianeta, dalla limitatezza delle risorse, dalla sovrappopolazione e dall’inquinamento. Il tutto condito da varie dis/avventure e momenti di pura adrenalina. Il successo inaspettato e i commenti che ho finora ricevuto sono lusinghieri e mi ripagano della fatica nonché del tempo sottratto ai miei familiari.
Ciao a tutti!

mercoledì 14 aprile 2010

Aumento della temperatura in Spagna

E' di oggi il comunicato ANSA che segue. Una delle tante prove che il surriscaldamento del Pianeta, purtroppo, procede più velocemente di quanto ci si aspettava.

(ANSA) - MADRID, 13 APR - Negli ultimi tre decenni la Spagna si e' surriscaldata a un ritmo un 50% maggiore di quello del resto dell'emisfero nord. Ed e' quasi tre volte superiore a quello della media mondiale. Lo riferisce un rapporto ufficiale realizzato da 120 scienziati spagnoli citato da El Mundo. Il rapporto, che ha raccolto tutti i dati scientifici pubblicati finora sulla Spagna, segnala che tra il 1901 ed il 2005 la temperatura si e' innalzata a un ritmo di 0,13 gradi a decennio.

giovedì 8 aprile 2010

Un saluto alle rondini

Purtroppo uno degli obbiettivi che si prefigge questo blog è di tenere aggiornati i lettori sui guasti che abbiamo provocato al nostro Pianeta (e continuiamo a provocare). Le brutte notizie, infatti, si susseguono con ritmo incessante e non possono destare che tristezza, se non apprensione. Lo so, non è affatto piacevole e verrebbe voglia di girare il capo dall’altra parte, così come fanno in molti. Però una cosa è voltarsi momentaneamente per evitare il raccapriccio, un’altra è farlo per ignorare il problema. Oggi , dopo api, farfalle, etc., apprendiamo del declino delle rondini.
Già l’anno scorso avevo notato che non erano più tornate sotto il tetto di un portico di casa mia. L’anno precedente le avevo seguite con simpatia fin dalla costruzione del loro nido. Certo, mi sporcavano il muro e il pavimento coi loro escrementi, nelle innumerevoli e instancabili tornate quotidiane, ma l’avevo accettato e non ci facevo ormai più caso. Avevamo imbastito un buon rapporto e potevo restare comodamente sulla sdraio, senza che la mia presenza le turbasse in alcun modo. Potevo osservare le testoline dei loro nati che si sporgevano dal nido, mentre ci scrutavamo nell’attesa delle imminenti imbeccate. Col maschio la sera ci lasciavamo, io chiudevo gli infissi e lui già appollaiato a poca distanza da me sulla sommità dell’applique sopra la persiana. Nel nido non c’era posto pure per lui. Mi seguiva con lo sguardo, ma non mostrava paura. Poco prima della loro partenza, osservavo con gioia le lezioni di volo dei piccoli, sostenuti amorevolmente dalle ali dei genitori. Poi non sono più tornate. Né credo torneranno per questa primavera.

Ma ecco la notizia:

(ANSA) - ROMA, 7 APR - Arrivano le rondini, nel segno della tecnologia: un mini geolocator permettera' di seguire il loro viaggio, a fine estate, verso l'Africa. Sono circa 200 gli esemplari con microspia, nell'ambito del progetto, che le seguira' per studiare l'effetto delle variazioni climatiche sulla loro riproduzione. In Italia, la rondine e' in declino: in pianura Padana, sono calate fino al 50% negli ultimi decenni. Per il loro ritorno sono previste una serie di misure che coinvolgono anche gli agricoltori.

martedì 6 aprile 2010

UN ALTRO TRISTE TASSELLO

Con grande tristezza ho letto proprio oggi un nuovo comunicato:

(ANSA) - ASTANA 5 APR 2010 - Il disseccamento del lago d'Aral e' uno dei piu' terribili disastri ecologici al mondo,ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Oggi Ban Ki-moon ha sorvolato in elicottero il bacino in disseccamento. 'E' stato scioccante - ha commentato dopo l'atterraggio a Nukus, sul lato uzbeko dell'Aral, la riva sud dove la catastrofe e' piu' avanzata rispetto al lato nord, in territorio kazako - mi ha profondamente impressionato. E' molto triste che questo potente mare sia scomparso'. 

Che dire?
Come immaginare le ripercussioni di tale immane disatro sull'ambiente circostante e, infine, su tutto il pianeta? Come non pensare alla catastrofe che colpirà l'ecosistema locale e quello da esso dipendente?
Sono sicuro che anche questa volta i media più seguiti non spenderanno alcuno spazio per questa notizia (meglio il gossip...). E già. La gente non deve preoccuparsi, non deve essere pessimista. Chi parla di queste cose è un disfattista, un catastrofista, un comunista... Ci vogliono tutti ubriachi di nulla.
Non trovo altre parole.  

lunedì 5 aprile 2010

ALLARME ESTINZIONI

Adesso lasciamo stare le "Cassandre" di qualche decennio fa  e vediamo intanto cosa è successo.
Inutile parlarvi degli ultimi eventi climatici relativi all'autunno e all'inverno appena trascorsi. Abbiamo potuto constatare direttamente i danni causati in tutto il mondo dall'aumento energetico dell'atmosfera e dalle ferite che abbiamo inflitto alla Natura. Vi riporto le ultime "belle" notizie riportate qua e là dagli organi di stampa.

 (sintesi di fine marzo 2010)


Dieci specie di animali “simbolo” della biodiversità sono a rischio estinzione: l’orso polare, i pinguini, l’ elefante africano, le tartarughe marine, le tigri delle paludi del Sunderbans, balene e i delfini, oranghi, albatros, canguri e barriere coralline. Il WWF ha disegnato una mappa degli effetti del cambiamento climatico sugli animali, in vista dell’ evento mondiale Earth Hour del 28 marzo, quando il mondo per un’ ora spegnerà le luci. Il wwf ha commissionato uno studio degli impatti possibili che i cambiamenti climatici avranno sulle specie più conosciute al mondo, attingendo dalle ultime pubblicazioni scientifiche. I risultati? Sconvolgenti…

GLI EFFETTI DEL CLIMA SUGLI ANIMALI

l 90% dei coralli della Grande Barriera Corallina potrebbe scomparire entro il 2050, lo stesso vale per il 75% dei pinguini di Adelia dell’Antartico. Gli orsi polari potrebbero essere spazzati via del tutto entro la fine di questo secolo.
“Se non interveniamo subito – afferma il Wwf – le temperature globali supereranno la soglia pericolosa dei 2 gradi in più rispetto alle temperature dell’epoca preindustriale, e molte specie, compreso l’uomo, saranno minacciate“.

LA SOGLIA DEI DUE GRADI CENTIGRADI

In particolare, con un aumento di 2 gradi, il 50% dei pinguini imperatore e il 75% di quelli di Adelia è destinato a diminuire o scomparire. Intanto si riducono gli spazi vitali delle mangrovie dove vivono le tigri delle paludi delle Sunderbans, già ridotte negli ultimi 100 anni a solo 4.000 esemplari. “Sarebbe un mondo triste e più povero senza gli equilibri dinamici essenziali che garantiscono anche la vita umana“, ha dichiarato Fulco Pratesi, Presidente onorario del Wwf Italia.

UNA MINACCIA GLOBALE

I cambiamenti climatici sono una minaccia globale: l’orso polare, i pinguini, l’elefante africano, le tartarughe marine, le tigri delle paludi del Sunderbans, le balene e i delfini, gli oranghi, gli albatross, i canguri e le barriere coralline come simbolo della biodiversità a rischio.
I molteplici effetti dei cambiamenti climatici sui diversi ambienti del pianeta si incrociano e si potenziano reciprocamente creando per le specie un mix di minacce di proporzioni enormi.

MENO RISORSE DEL MARE

Si riducono anche le risorse alimentari marine per effetto delle correnti oceaniche stravolte.
A rischio, dunque, per un incrocio di fattori negativi balene, capodogli, delfini. Dai mari traggono cibo anche i pinguini imperatori e i pinguini di Adelia: delle 19 specie di pinguini 11 sono minacciate di estinzione. Con un aumento di 2 gradi il 50% dei pinguini imperatore e il 75% di quelli di Adelia è destinato a diminuire o scomparire.

LE TARTARUGHE MARINE

Anche le tartarughe marine vivono una crisi tutta particolare: c’ é un totale squilibrio tra maschi e femmine. Per gli orsi polari i numeri sono particolarmente drammatici: con l’incremento delle temperature fino a 5 gradi nell’ Artico negli ultimi 100 anni, sta scomparendo l’ habitat vitale per questi predatori e le loro prede. Effetto-clima anche sugli uccelli marini più grandi del pianeta, gli Albatross, particolarmente fedeli ai loro nidi e dunque maggiormente a rischio quando si tratta di isole antartiche remote come le Macquarie, Mewstone e Pedra Bianca.

ANSA AMBIENTE
28 MARZO 2010
AMBIENTE: DA ALPI A MEDITERRANEO, NATURA EUROPA IN CRISI/ANSA

BRUXELLES - Dai ghiacciai delle Alpi che si ritirano pericolosamente al Mediterraneo sotto pressione: la natura in Europa e' sempre piu' in crisi. A scattare la fotografia del fenomeno e' l'Agenzia europea dell'Ambiente nel nuovo rapporto 'Segnali ambientali 2010', attraverso dati e testimonianze. A dare l'allarme sono innanzitutto i segnali forniti da piccoli animali, come api e farfalle. Nel corso degli ultimi vent'anni, le farfalle in Europa sono diminuite del 60%, mentre diverse specie di api selvatiche si sono gia' estinte in molte regioni, mentre in tutto il mondo le popolazioni sono decimate, a causa di pesticidi, acari, malattie. Da queste ultime dipende molto: ''Nell'alimentazione umana un boccone su tre dipende dall'impollinazione'' ricorda Nicolas Perritaz, ricercatore svizzero con l'hobby dell'apicoltura. Intanto le Alpi, dalle quali dipende il 40% dell'acqua dolce d'Europa, soffrono di un aumento di 2 gradi delle temperature solo nell'ultimo secolo, il doppio rispetto alla media globale. ''Le montagne di norma si trasformano lentamente, ma qui, nelle Alpi, i mutamenti si notano quasi a ogni cambio di stagione'' spiega Sebastian Montaz, guida alpina francese. ''Negli ultimi cinque anni - racconta - non e' stato possibile fare ascensioni miste, cioe' con tratti su neve e ghiaccio, a giugno e luglio. Ora le condizioni non sono sicure fino alla fine di settembre''. ''I cambiamenti climatici significano incertezza'' afferma Gerhard Kuschnig, responsabile della protezione delle acque di sorgente presso l'acquedotto municipale di Vienna, citta' che protegge le sue fonti da oltre 130 anni. Per due milioni di persone fra Vienna, Graz e zone limitrofe infatti, l'oro blu dipende dalle Alpi austriache. Altro fronte di degrado e' quello del suolo: una perdita minima pari allo 0,1% del carbonio emesso in atmosfera dai suoli europei equivale alle emissioni prodotte da 100 milioni di auto in piu' sulle strade, circa la meta' del parco auto esistente nell'Ue. Purtroppo ''Spagna, Portogallo, Francia meridionale, Grecia e Italia meridionale sono colpite dalla desertificazione'' afferma il ricercatore spagnolo Jose' Luis Rubio, con un impatto evidente su produzione agricola, costi di alluvioni e frane. Non va meglio il capitolo che riguarda il mare, sempre piu' sotto pressione. Il pescatore turco Saim Erol, al confine fra Europa e Asia, dice che nel giro di vent'anni ''il mare e' cambiato'' e di fatto le reti sono sempre piu' vuote. Secondo il professor Nuran Unsal, dell'Universita' di Istanbul, sempre meno pesci migrano attraverso gli stretti turchi, a causa di ''variazioni della temperatura dell'acqua e dei venti stagionali, cruciali per le necessarie correnti''. Ma e' la pesca eccessiva la principale responsabile della mancanza di pesce. In Europa, nell'Atlantico nord-orientale, Baltico e Mediterraneo, quasi nove stock commerciali su dieci sono soggetti a sovrasfruttamento. Solo negli ultimi dieci anni, le catture nell'Ue sono diminuite di un terzo e per soddisfare la domanda, circa due terzi del pesce viene importato. Intanto in Europa il 75% della popolazione vive in citta', cifra che raggiungera' l'80% del 2020. I centri urbani in Europa consumano il 69% dell'energia e sono responsabili della maggior parte delle emissioni di gas serra. Per questo Jacqueline Mc Glade, direttrice dell'Agenzia europea per l'ambiente, pensa a costruire le ''citta' del futuro'', con illuminazione da luce naturale, orti e giardini verticali, trasporti intelligenti ed energia pulita. Insomma, ''ecosistemi urbani'' all'avanguardia, come quello progettato per un quartiere di Amsterdam: in caso di innalzamento del mare, la casa mobile puo' cambiare ormeggio e alzarsi e abbassarsi insieme all'acqua.

Care amiche e amici lascio a voi i commenti...